IL NUOVO DECRETO ANTI-LOLICON, ED È SUBITO BUFERA

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  1. Hiyoko Yayoi
     
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    Dopo la proposta e la bocciatura, il Governo Metropolitano di Tokyo ha riproposto una rivisitazione del precedente progetto di legge sulle cosiddette "pubblicazioni dannose" per i minori.
    Il nuovo decreto rimuove la denominazione "minori non reali" ed evita ogni riferimento a "personaggi di età inferiore ai 18 anni" nel descrivere quali materiali saranno bollati col marchio precedentemente espresso.

    Ma entriamo nel dettaglio di cosa prevederebbe questo nuovo "Decreto 156".
    In primis le industrie produttrici dovranno autoregolare la vendita e il noleggio di "manga, anime e altre immagini (eccetto fotografie di vita reale) che ingiustificatamente esaltino o esagerino particolari atti sessuali o pseudo-sessuali".
    Questi ultimi comprendono "tutti quegli atti che risulterebbero illegali nella vita reale", ad esempio "gli atti sessuali o pseudo-sessuali fra parenti stretti fra i quali il matrimonio sarebbe illegale" e in aggiunta "tutti quegli atti nocivi per uno sviluppo salutare della giovinezza". Un'altra sezione sottolinea che saranno imposti a regolazione anche tutte le scene riguardanti "atti considerati eccessivamente perturbanti la stabilità sociale" quali ad esempio le violenze carnali.
    Ferma dunque la condanna ad incesto e stupro, come già affrontati nel precedente decreto.

    Passiamo alle critiche.
    Decisa la condanna dei cambiamenti in questione da parte del presidente del Japan PEN Club Takashi Atoda. Il provvedimento "distorce la libertà di comunicazione ed espressione" e permetterebbe al governo di ottenere l'autorità di intrufolarsi in aree riguardanti la privacy delle persone.
    In aperta opposizione anche Kazuo Wakatabi, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Tokyo, che si è pronunciato attraverso i propri legali. Non si comprende infatti come si possa decidere di rendere meno vago il provvedimento eliminando la denominazione "minori non reali", per poi utilizzare all'interno del testo il generico e soggettivo verbo esagerare, dal momento che l'esagerazione connaturata a manga, anime e altri mezzi di espressione proprio per la loro natura stessa. Ovvio il parere che il decreto leda la libertà di espressione.
    Si aggiunge alla lista, seppur con toni più moderati, il noto procuratore Takashi Yamaguchi, che sostiene l'eliminazione delle precedenti etichette abbia reso l'argomento ancor più vago.
    Anche il traduttore Dan Kanemitsu, allarmato dall'eccessiva restrittività che assumerebbe il progetto di legge, fa notare che, fra le tante norme, viene proposto persino un filtro-internet per i telefoni dei ragazzi di età inferiore ai 18 anni. In più sottolinea che nel caso siano rilasciate sei o più "pubblicazioni nocive" da un singolo editore, il governatore di Tokyo ha la facoltà di svergognarlo pubblicamente con la relativa documentazione di supporto.

    In materia sono intervenuti in passato vari autori e anche questa volta la mobilitazione è stata ingente: fra i tanti ricordiamo Osamu Akimoto (Kochira Katsushika-ku Kamearikouen-mae Hashutsujo), Fujiko Fujio (Doraemon, Kaibutsu-kun), Leiji Matsumoto (Capitan Harlock, Galaxy Express 999), Tetsuya Chiba (Ashita no Joe), Souichi Moto (Dakkan, Megumi), e Juzo Yamasaki (Mukoujou, Tsuri Baka Nisshi).

    Dopo l'annuncio di Yukie Nogami, figura di spicco fra i legislatori del Partito Democratico del Giappone nell'Assemblea Metropolitana di Tokyo, di voler dar voce ai tanti artisti, la Divisione per gli Affari Generali del partito ha accordato una assemblea con annessa conferenza stampa nella quale saranno ascoltate anche quattro associazioni degli editori.

    Tuttavia secondo le indiscrezioni del quotidiano Yomiuri Shimbun, le probabilità che questa volta il decreto passi sono sensibilmente aumentate, considerato che il Partito Democratico del Giappone ha avvallato i cambiamenti proposti, nonostante le indecisioni in materia.

    n risposta gli editori

    Shinichiro Inoue, presidente di Kadokawa Shoten, ha annunciato sulla propria pagina twitter che la sua compagnia ha deciso di non partecipare al Tokyo International Anime Fair (TAF) dell’anno prossimo in segno di protesta contro il recente atteggiamento che l’amministrazione della capitale nipponica sta tenendo contro l’industria del fumetto e dell’animazione.
    Il Governo Metropolitano di Tokyo ha, infatti, recentemente proposto un disegno di legge che andrebbe a modificare la già esistente “Ordinanza sulla sana crescita della gioventù”, che previene la vendita e il noleggio ai minori di 18 anni di materiale sessualmente esplicito e che incoraggi la crudeltà o comportamenti criminali e suicidi.
    Questo emendamento imporrebbe a case editrici e studi di produzione di auto-regolare vendita e noleggio di manga, anime e altre immagini (ad eccezione per le fotografie) che esagerino o esaltino ingiustificatamente taluni atti sessuali o pseudo tali. Sarebbe prevista, inoltre, la possibilità da parte del governo di intervenire direttamente sulla vendita di opere con tali contenuti.
    Alla contestazione si sono poi unite, oltre a tre associazioni di autori, nove importantissime case editrici, anch’esse fermamente intenzionate a boicottare il TAF: Shueisha, Shogakukan, Kodansha, Akita Shoten, Hakusensha, Shonen Gahousha, Shincosha, Futasaba e LEED Publishing.

    Dopo una prima proposta e la bocciatura, il Governo Metropolitano di Tokyo ha riproposto una rivisitazione del precedente progetto di legge sulle cosiddette "pubblicazioni dannose" per i minori. Ieri, riunitosi in seduta plenaria, ha voltato la suddetta modifica, approvandola. Quindi le proteste degli editori sono risultate vane.

    Il nuovo decreto rimuove la denominazione "minori non reali" ed evita ogni riferimento a "personaggi di età inferiore ai 18 anni" nel descrivere quali materiali saranno bollati col marchio precedentemente espresso.

    Ma entriamo nel dettagliodi cosa prevede questo nuovo "Decreto 156". In primis le industrie produttrici dovranno autoregolare la vendita e il noleggio di "manga, anime e altre immagini (eccetto fotografie di vita reale) che ingiustificatamente esaltino o esagerino particolari atti sessuali o pseudo-sessuali".
    Questi ultimi comprendono "tutti quegli atti che risulterebbero illegali nella vita reale", ad esempio "gli atti sessuali o pseudo-sessuali fra parenti stretti fra i quali il matrimonio sarebbe illegale" e in aggiunta "tutti quegli atti nocivi per uno sviluppo salutare della giovinezza". Un'altra sezione sottolinea che saranno imposti a regolazione anche tutte le scene riguardanti "atti considerati eccessivamente perturbanti la stabilità sociale" quali ad esempio le violenze carnali.

    L’assemblea, quindi, ha anche approvato l’auto-regolamentazione supplementare applicabile dagli editori e dai produttori, riguardo ai criteri di determinazione delle pubblicazioni dannose, ossia riguardo ai criteri sociali, il livello artistico dell’opera e i generici “altri criteri”, che devono essere presi in considerazione in ciascun caso specifico.

    Le clausole di autoregolamentazione saranno operative dal 1 aprile 2011, mentre le restrizioni alla vendita e il noleggio dei prodotti dannosi entreranno in vigore il 1 luglio 2011.

    Le vicende a margine dell'approvazione del Decreto d'Ordinanza sulla Sicurezza dei Giovani si arricchiscono di un nuovo tassello. Il traduttore Dan Kanemitsu ha postato un estratto, tradotto in inglese, di una conferenza stampa in cui il governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, ha discuso proprio del Decreto 156.

    Durante la conferenza un rappresentate della rivista Weekly Asahi ha fatto notare ad Ishihara che in un suo libro del 1972, il cui titolo può essere tradotto come La vera educazione sessuale, egli scriveva:"nessun libro di nessun genere può istigare i bambini verso il crimine o a delinquere, e se anche tutti i libri indesiderati fossero cancellati dalla faccia del pianeta il crimine avrebbe comunque luogo". Pressato da tale constatazione, il governatore ha risposto che aveva avuto torto al riguardo e che il tempo e il mondo sono oggi differenti, etichettando poi coloro che leggono o producono il materiale di cui si occupa l'ordinanza come “persone tristi con un DNA perverso (warped)”.

    Gli stessi romanzi di Ishihara, scritti prima che lui diventasse un politico, stanno portando all'organizzazione di una particolare forma di protesta basata sui dōjinshi (manga o, più in generale, lavori autoprodotti) che si dovrebbe tenere quest'anno: coloro che si oppongono al Decreto 156 intendono infatti dimostrare che anche il contenuto delle opere giovanili di Ishihara, se trasposto in anime o manga, sarebbe sottoposto ai restringimenti dell'ordinanza.
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